Con Mirco Carloni, vice Presidente della Regione Marche, Paolo Cesaretti del Consorzio Casciotta d’Urbino Dop e Antonio Centocanti presidente di Food Brand Marche, Associa-zione dei produttori agroalimentare Marche.
Special guests Federico Quaranta e Tinto (Nicola Prudente)
La Casciotta d’Urbino DOP, piccolo gioiello caseario delle Marche ha scelto il Vinitaly, palcoscenico inter-nazionale del vino, come campo di battaglia per dichiarare forte il suo NO al Nutri-Score. Paolo Cesaretti, coordinatore della Casciotta d’Urbino Dop è sicuro che “L’etichetta a semaforo in approvazione da parte della UE, ideata per indicare la qualità nutrizionale complessiva di un determinato ali-mento, attribuisce un colore “sfavorevole” a prodotti come il formaggio e fornisce informazioni limitate e fuorvianti ai consumatori. Da qui il nostro grido di battaglia: Qualità bullata”.
Una qualità autentica, quella della Casciotta d’Urbino Dop, apprezzata fin dal ‘500 e tanto amata da Michelangelo Buonarroti, che consumava nell’atto di dipingere il più grandioso dei progetti dell’epoca, gli affreschi della Cappella Sistina. L’artista, che aveva investito i proventi di una vita acquistando diverse aziende agri-cole a Casteldurante (attuale Urbania), si fece pagare parte della pigione in Casciotta che il suo stretto collaboratore, Francesco Amatori, detto l’Urbino, provvedeva ad inviare a Roma.
L’etichetta a semaforo rappresenta una subdola guerra commerciale camuffata da campagna per la salute – dichiara il vice Presidente della Regione Marche, Mirco Carloni –L’ennesimo atto di prepotenza perpetrato da Francia e Germania nei confronti dell’Italia. La dieta mediterranea è parte integrante della nostra identità che ci caratterizza in tutto il mondo per la qualità e la salubrità delle nostre produzioni agroalimentari. Ed è proprio questo primato che i nostri competitors europei vogliono aggredire con modalità indebite. Secondo alcune stime l’applicazione obbligatoria del Nutri-score, che l’Europa vorrebbe imporre, comporterebbe un crollo di quasi il 50% dell’export agroalimentare italiano e ciò è inaccettabile oltre che ingiusto. Attraverso un giudizio grossolano e arbitrario, l’algoritmo del nutri-score rischia di bollare prodotti iconici ed equilibrati, da sempre raccomandati in una sana alimentazione, come la Casciotta d’Urbino Dop o il Prosciutto di Carpegna Dop disincentivandone il consumo”.
Il sistema del Nutri-score, sviluppato dal 2013 in Francia da un gruppo di ricercatori universitari, considera sette parametri di informazioni nutrizionali per 100g o ml di prodotto. A calcolare l’apporto ottimale delle sostanze nutrienti è un algoritmo che considera in maniera negativa alcuni elementi (calorie, zuccheri, grassi saturi, sale) e in maniera positiva altri (proteine, fibre, quantità di frutta e verdure). In particolare, con la lettera A, in verde scuro, sono contrassegnati i prodotti alimentari con il miglior equilibrio nutritivo, che peggiora scendendo la graduatoria: B (verde chiaro), C (giallo), D (arancione) E (rosso).
“È evidente – continua il vice Presidente Carloni – che in realtà non esistano cibi in assoluto buoni o cattivi e che la composizione di una dieta sana nasca dall’equilibrio tra i cibi assunti, come peraltro riconosciuto praticamente da tutta la letteratura scientifica. E comunque nessuno mi convincerà mai che la Coca Cola zero sia preferibile alla Casciotta di Urbino, come il Nutri-score vorrebbe fare credere. Sono invece favorevole alla proposta italiana “NutrInform battery” che, in maniera più opportuna ed equilibrata, non si limita ad una valutazione del singolo cibo, bensì alla sua incidenza all’interno di una dieta giornaliera” conclude il vice Presidente.
“Se il Nutri-Score venisse approvato dall’UE – dichiara Antonio Centocanti, presidente di Food Brand Mar-che, Associazione dei produttori agroalimentare Marche – a farne le spese, oltre al consumatore che vedrà scomparire la “biodiversità del gusto” sarà anche il Sistema-Paese. Secondo il rapporto Ismea-Qualivita, quello dei formaggi DOP/IGP è un comparto strategico del Made in Italy alimentare, con 55 prodotti caseari a denominazione e quasi 26mila operatori, che generano un valore di 4,2 miliardi di euro alla produzione, pari al 57% del comparto Cibo Dop Igp. Un modello che rappresenta una tradizione millenaria che nessuno in Ue riesce ad uguagliare, una filiera che le decisioni di Bruxelles mettono a rischio… a 30 anni esatti dalla nascita delle Dop e Igp”.
Con le special Guests Federico Quaranta e Tinto alias Nicola Prudente di Radio Due a condurre l’evento, il Vinitaly è stata l’occasione per fare squadra con gli altri protagonisti italiani del food contro l’etichetta sema-foro e le sue contraddizioni, e proporre un’alternativa per difendere i prodotti Made in Italy che risulterebbero più penalizzati dall’introduzione dell’etichetta alimentare.
Questa iniziativa fa parte della campagna di comunicazione social promossa da Afidop, l’associazione for-maggi italiani Dop e Igp, con l’obiettivo di contrastare l’approvazione da parte della UE dell’etichetta a sema-foro, con l’#ConiFormaggiDopeIgp.
L’evento è a cura di Food Brand Marche, Associazione dei produttori agroalimentare Marche, una compagine nata per promuovere in maniera integrata l’enogastronomia marchigiana e i prodotti di qualità, il turismo e la cultura del territorio.